TOUR IN SUDAMERICA

Anche quest’anno Franco Bramani si è fatto “un giretto” di qualche migliaio di chilometri in Sudamerica e più precisamente in Cile e Bolivia. Qui sotto potete leggere il suo diario di viaggio al quale ho aggiunto le foto ricevute durante il suo tour.  Buona lettura.

Alberto Pozzi
Presidente Club Alpino Italiano
Sezione di Asso

 

FANTASTICO TOUR

Anche quest’anno perché non avventurarsi in un “giretto” extra-europeo? Una volta si chiamavano spedizioni alpinistiche extra-europee e si puntava, in prevalenza, a salire una cima. Negli anni si sono aggiunti nuovi interessi: lo scoprire i territori non solo montani, le tradizioni , le popolazioni locali, e, dove possibile, portare  qualche supporto a progetti locali. Di queste uscite in paesi lontani ho avuto la fortuna di farne qualcuna: tre in Pakistan con Angelo ed altri amici e due in Nepal. Quest’anno è stata la volta del Sudamerica, in Cile e Bolivia. Senza esagerare direi … un FANTASTICO TOUR!!! Oggi il modo di viaggiare è sicuramente cambiato rispetto alla scoperta dell’ignoto di anni fa: ci sono i racconti delle sempre più persone che si muovono, con Internet è più facile documentarsi, leggere e scrivere recensioni, ma, alla fine, se hai  buoni compagni di viaggio, spirito d’avventura, elasticità mentale e mete valide … il piacere del viaggio-avventura c’è sempre! Questa volta eravamo in otto. Claudia, Gianni, Angelo e Gabriele del CAI Caslino d’Erba, Lucia e Andera del CAI Pistoia, Alessandro del CAI Forli, oltre a me, Franco, del CAI Asso.

Parte del gruppo era già ben “rodato”, visto che eravamo stati insieme in Nepal lo scorso anno. L’obiettivo alpinistico principale di quest’anno è la salita del più alto vulcano del mondo, l’Ojos del Salado, di 6893 m. Le cime piu’ alte verranno pero’ tentate solo da 5 o 6 di noi perché Andrea ha ancora un ginocchio gonfio per una distorsione e Lucia ha problemi di adattamento alla quota. Si parte da Milano verso Santiago con scalo a Roma e in 15 ore ci spostiamo di ben 12.740 km, fin dall’altra parte del mondo. Da Santiago, nel centro del Cile, voliamo per altri 1666 km,  fino ad Arica, al nord del Paese. Altri 145 km li percorriamo in pulmino, fino a Putre, all’estremo nord. Per salire in alta quota è importante un buon acclimatamento; per questo saliamo dapprima a 3680 m, raggiungendo la vetta del Surunce, per poi scendere a dormire a 3500 m. Il giorno successivo, nello spettacolare ambiente vulcanico, ricco di sfumature di vari colori di Suriplaza, saliamo, dopo un paio di soste, i 5230 m del Churicagua. La Cumpagnia di Nost di Canzo mi ha dato due immaginette plastificate raffiguranti S. Miro, da Canzo, da lasciare in qualche posto significativo del viaggio, vista la spettacolarità del luogo, una la lascio qui.

Il giorno successivo, con un bus di linea internazionale, percorriamo 360 km, attraversando il vasto altopiano a circa 4500 m nel parco Nazionale di Lauca. Lo sguardo dal finestrino è spettacolare, con coni vulcanici che si susseguono. Quello del Parinacota di 6332m e del suo gemello Pomerape si riflettono nel lago Chungara. Passiamo nella più povera Bolivia e raggiungiamo La Paz, la più alta capitale al mondo. E’ adagiata in una vasta conca che degrada dai 4000 m fino a  3500 m circa. Data la natura montana del territorio, la città non dispone di linee di metropolitana sotterranea, ma di tre linee di cabinovie. Altre sei sono in fase di progettazione.  Dopo aver percorso  altri 550 km di altopiano boliviano, ci siamo addentrati in parte nel Salar di Huyuni, la più alta e vasta salina al mondo di 10582 km quadrati e 10 miliardi di tonnellate di sale, è vasto come la regione Abruzzo!

         

Proseguiamo il nostro tour sempre in ambiente vasto, alto e arido. A ricordarci che il territorio è di origine vulcanica incontriamo un’area con fumarole, acqua e fango ribollenti. Dopo una salita, quale allenamento,  Lucia ed io, a 4500 m. di quota, ci concediamo un bagno in calde acque termali. E’ una piacevole sensazione che tutti dovrebbero provare!!  Il mattino successivo, alle 4 partiamo, al buio, per la salita al vulcano Juriche. Data la vicinanza con il confine cileno, il buio e la mancanza di sentieri, dobbiamo utilizzare Jsmail, una guida locale.

La salita su terreno vulcanico instabile, del tipo un passo in su e mezzo indietro, è molto faticosa. Per successivi motivi di trasporto, ci siamo dati un  termine d’orario per raggiungere la vetta.  Angelo, Gabriele e Jsmail raggiungono la cima a 5700 m., Claudia viene fuorviata dall’orologio che ha captato il fuso orario cileno, Gianni ed io, piu’ affaticati, dopo quasi 6 ore di salita ci fermiamo a 5608 m.  Ritorniamo in Cile e il giorno successivo raggiungiamo, con emozione, la costa del Pacifico. Dopo lunghi trasferimenti giungiamo a Copiapo’ dove noleggiamo due 4×4 per affrontare la lunga strada sterrata che porta verso il confine con l’Argentina e l’Ojos del Salado.

Un emblematico cartello stradale  ci avverte che il prossimo rifornimento di carburante sarà a 400 km di distanza!!  Passiamo la notte a 4350 m., chi in bivacco, chi in tenda. Il giorno successivo appena albeggia partiamo in direzione del passo S. Francisco intenzionati a salire l’omonima cima di 6016 m. Spira un forte vento che  aumenta man mano che si sale. Siamo in cinque a tentare la salita. A quota 5500 il forte vento fa desistere Angelo. A 5670 m. trovo un luogo un po’ piu’ sicuro degli altri, dove lasciare  la seconda immaginetta. Mi piace l’idea di posizionare S. Miro, di Canzo, sul vulcano S. Francisco. Gianni sale ancora un poco, Gabriele e Claudia giungono a 5820 m. ma per  il fortissimo vento, anche loro devono rinunciare a proseguire
Ricongiunti con gli altri, viste le condizioni ambientali e le prospettive meteo, nel dubbio, valutiamo di rinunciare al tentativo di salita all’Ojos del Salado a favore di una allettante discesa fino in Patagonia, alla scoperta di un ambiente totalmente diverso da quello fin qui vissuto e con la possibilità di salire  un vulcano attivo laggiu’.                            Rese le due auto 4×4 utilizziamo un bus di lunga percorrenza per attraversare buona parte del Cile e scendere verso la Patagonia. Da Copiapo’ percorriamo 808 km per raggiungere Santiago, dove lasciamo una parte del materiale superfluo. Altri 853 km, sempre in bus, li percorriamo  per raggiungere Valdivia, dove noleggiamo 2 auto. Ci troviamo nell’emisfero Sud, qui è autunno e man mano che scendiamo, lasciate le desertiche aree del nord osserviamo, con emozione, la vegetazione che va aumentando. Percorriamo altri 250 km fino a Villaricca. La cittadina è gradevole e ben organizzata, nulla a che vedere con i villaggi del nord. Ci sono molte agenzie, con guide che propongono diverse attività sportive, tra le quali anche la salita del vulcano. Noi ci organizziamo in proprio,  noleggiamo solo casco, piccozza, ramponi e maschera antigas. Il vulcano, di 2847 m., si staglia netto contro il cielo. Da metà in su è ricoperto da neve e ghiaccio, anche se la quota non è elevata offre piu’ soddisfazioni dal punto di vista alpinistico. E’ ancora attivo. Dalla sommità fa un certo effetto guardare nel suo ripido interno, udire qualche “borbottio” e vedere salire puzzolenti nuvole di vapore, pensando poi che nel 2015 ha avuto una spettacolare eruzione!

Con le nostre auto scendiamo di altri 280 km., sempre piu’ in Patagonia, fin oltre Puerto Montt. E’ stato uno SPETTACOLARE TOUR che ci ha permesso di vivere vasti ambienti, totalmente diversi tra di loro, che, spero, potro’ mostrarvi una volta completato il documentario.

Franco Bramani